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Il regista Domenico Lonzi racconta la storia del film che sta girando

Ravenna | 26 Luglio 2016 Cultura
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Sono cominciate a metà giugno al Giardino incantato di Elio Minguzzi a Villanova di Bagnacavallo le riprese di Clizia, un mediometraggio muto a colori, a tematica mitologica, con uno stile postmoderno. Scritto e progettato dal ravennate Alessandro Lonzi, Clizia fa parte di un progetto più ampio che vuole dare ad artisti del territorio, non solo ravennate, ma anche fiorentino e bolognese, la possibilità di mostrare i propri lavori e di mettersi in gioco. Lonzi, dopo aver studiato al liceo artistico di Ravenna, si è laureato all'Accademia di Belle Arti di Firenze e nella città dei Medici ha poi frequentato la scuola di cinema Immagina, specializzandosi in corsi di regia e recitazione. Come spiega proprio il regista «alla realizzazione sono state coinvolte tutta una serie di personalità del mondo dell'arte, dello spettacolo e dello sport dell'Emilia Romagna. Le scene si ambienteranno in luoghi unici del patrimonio paesaggistico e architettonico romagnolo e bolognese, incentivandone la riscoperta e il turismo.

Come è nata l'idea di realizzare questo progetto?

«È da almeno 11 anni che coltivo questo progetto: è nato quando stavo scrivendo la tesi sul femminino sacro e ho scoperto Eugenio Montale che chiamava Clizia la sua musa. Il film è il legante, l'idea del progetto artistico è creare un legame tra i vari artisti e alimentare la creatività locale. Il film è composto da parti diverse per questo vogliamo organizzare delle mostre di accessori, costumi, foto di scena, come opere d'arte dei vari artisti che hanno partecipato».

Perchè realizzare un film mitologico non è fuori contesto oggi?

«Sono storie che non passano mai di moda, nelle Nozze di Cadmo e Armonia nell'epigrafe Calasso riporta una frase di Salustio “Queste storie non avvennero mai, ma sono sempre” perché accadono in qualsiasi momento, ovunque. Non c'è un tempo in cui la mitologia non sia di moda. Nonostante ci rifacciamo a un mito di Ovidio, c'è molta modernità e il mito di Clizia è stato scelto proprio perché non è troppo conosciuto, come la storia di Apollo e Dafne. È una storia stupenda, ma lascia anche spazio alla curiosità e si sposa con la filosofia del progetto dove partecipano tanti artisti e creativi di Ravenna, Bologna e Firenze. È l'occasione per far vedere l'humus del nostro territorio, ma anche per far conoscere luoghi poco conosciuti. I luoghi in cui stiamo girando sono il Giardino incantato di Elio Minguzzi a Villanova, la darsena di città, Italmet, Villa Pir a Porto Corsini, palazzo Grossi che è il nostro Olimpo, Palazzo Milzetti a Faenza, la torre di di Traversara, villa Savoia a Glorie».

Come vi siete finanziati?

«A Firenze ho fatto qualche cortometraggio, tra cui Dafne che voleva essere il campo di prova per cimentarmi con Clizia, l'ho realizzato in una settimana, con 23 euro di spesa. Adesso per Clizia stiamo cercando fondi anche con un crowfunding, Abbiamo un link su paypal e chiediamo un sostegno per questo progetto partito coraggiosamente, con nuove collaborazioni. Il bello è che c'è molta disponibilità, ma dobbiamo ancora raggiungere la cifra che ci servirebbe. Abbiamo già delel magliette-gadget con la serigrafia del logo e la scritta Clizia».

Quando pensate di finire?

«In questi giorni stiamo girando gli esterni tra campagne e pinete, le riprese finiranno ai primi di agosto. Ad autunno faremo la fase di postproduzione, dopo lo vogliamo mandare in diversi concorsi e dall'anno prossimo sarà disponibile per proiezioni pubbliche.».

Per il crowfunding http://paypal.me/cliziafilm

 

 

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